NOTA DEL COLLEGIO DEI LIQUIDATORI DELLA MARGHERITA

LA MARGHERITA HA DECISO IRREVOCABILMENTE DI DONARE ALLO STATO TUTTE LE RISORSE CHE RECUPERERA’ DAL PROCESSO LUSI

“Non vorremmo che il conflitto tra Corte dei Conti e Tribunale penale finisca per fare il gioco di Lusi”.

Il Collegio dei Liquidatori della Margherita in merito alle notizie di stampa apparse in questi giorni ha redatto una nota nella quale sintetizza le proprie considerazioni:

 

Provenienza delle risorse  di Democrazia è Libertà La Margherita

a)      Una parte proviene dai contributi pubblici: erogazioni dello Stato ai sensi delle leggi sui “rimborsi spese elettorali”;

b)       Una parte proviene dal tesseramento, da contributi volontari dei privati e da altre attività svolte dall’associazione.

Le somme percepite a titolo di rimborsi elettorali e le altre entrate da parte dei privati si fondono tra loro e non posso essere considerate distintamente.

I contributi erogati dallo Stato, una volta ricevuti dal partito entrano nella sfera del partito stesso e hanno, pertanto, natura privatistica, come stabilito dalla vigente normativa (inclusa l’assenza di obblighi di rendicontazione nei confronti dello Stato).

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Il capo di imputazione a carico dell’avv. Lusi, associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, conferma la natura privatistica delle risorse nella disponibilità de La Margherita. In caso contrario, infatti, il capo di imputazione sarebbe stato quello di peculato (art. 314 c.p.) o di malversazione a danno dello Stato (art. 316 bis c.p. Chiunque, estraneo alla pubblica amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere od allo svolgimento di attività di pubblico interesse, non li destina alle predette finalità, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni). L’avv. Lusi, invece, è stato rinviato a giudizio per: i reati di cui agli artt. 110, 81 comma II, 646, 61 numeri 7 e 11. Pertanto il reato contestato in concorso con commercialisti e collaboratori è quello rubricato all’art. 646 c.p. (Appropriazione indebita. Chiunque, per procurare a sè o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso).

 

Tale imputazione formulata dalla Procura della Repubblica di Roma e confermata a più riprese dal Giudice per le indagini preliminari, contestata dall’avv. Lusi, è stata pienamente confermata dalla Cassazione che ha rigettato l’istanza presentata dai legali dell’avv. Lusi.

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Non risponde al vero che l’avv. Lusi abbia cercato concretamente di restituire i beni oggetto del maltolto. Infatti, le trattative con i suoi legali si sono interrotte, come è stato documentato anche nel procedimento penale in cui La Margherita è parte civile, in quanto:

1) l’avv. Lusi pretendeva, inizialmente, di restituire i beni immobili a lui intestati in quanto, a suo dire, li aveva ricevuti a titolo fiduciario da parte de La Margherita. Non rispondendo tale affermazione al vero sia il Presidente Sen. Francesco Rutelli (prima dello scioglimento dell’associazione) sia i liquidatori dopo la messa in liquidazione de La Margherita, hanno respinto tale proposta transattiva. Tanto non rispondeva al vero che l’avv. Lusi è imputato nel medesimo procedimento anche per il reato di calunnia con riferimento a tali affermazioni;

2) in un secondo momento la restituzione degli immobili è stata subordinata alla rinuncia, da parte dei liquidatori de La Margherita, a qualsivoglia azione esecutiva volta al recupero delle ulteriori somme indebitamente sottratte al partito. Tale proposta non poteva essere accettata dai liquidatori, non solo per ragioni morali, ma anche perché la restituzione proposta aveva un valore nettamente inferiore rispetto alle somme sottratte anche perché la valutazione effettuata dai legali dell’avv. Lusi sugli immobili che si offrivano in restituzione non era assolutamente congrua con i correnti valori di mercato.

La mancanza di volontà di concludere realmente l’accordo circa la restituzione degli immobili e delle disponibilità liquide emerge anche dal fatto che i legali dell. Avv. Lusi hanno rifiutato l’invito formale a presentarsi dinanzi al Notaio de La Margherita al fine di perfezionare gli atti di trasferimento degli immobili e delle disponibilità liquide poste sotto sequestro dal giudice penale in conformità al testo di accordo predisposto dal Collegio dei Liquidatori.

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Appare inoltre difficile credere che la Corte dei Conti possa considerare quale parziale restituzione, nel contesto dei reati ascritti, le somme versate a titolo di imposta a seguito di un delitto quale la falsa fatturazione. Non e infatti possibile considerare a scomputo quanto versato nel contesto di attività illecite.

 

E’ noto che La Margherita, nell’assemblea federale del 16 giugno 2012, ha deliberato irrevocabilmente di “donare” tutti i beni di sua proprietà allo Stato inclusi quelli rivenienti dalle azioni giudiziarie in corso. Se, quindi, non vi è alcun dubbio circa la destinazione finale allo Stato di tutte le risorse de La Margherita, il Collegio dei Liquidatori nutre la preoccupazione che il conflitto, che rischia di aprirsi, tra i diversi organi giurisdizionali dello Stato, penale, civile e amministrativo, possa essere utilizzato dal Lusi unicamente al fine di eludere o ritardare la restituzione dei beni.

30 maggio 2013