Relazione di Francesco Rutelli all'Assemblea Federale della Margherita del 16 giugno 2012

Care amiche, cari amici,
dobbiamo insieme cercare di vivere questo appuntamento importante come un giorno di trasparenza e di dignità, a conclusione della storia politica di uno dei maggiori partiti politici della democrazia italiana: un partito nato nel 2001, che ha stabilito nel 2007 di non partecipare più alla competizione politica ma di contribuire alla nascita del PD; un partito che ha ricevuto le ultime rate di contributi stabiliti dalla legge nello scorso dicembre e che oggi può formalmente concludere il suo percorso. 

 Rendo esplicita qui, assieme alla gratitudine verso di voi che avete deciso di partecipare all'Assemblea Federale, la sofferenza che ho ed abbiamo vissuto negli ultimi 5 mesi. Personalmente, da quel giorno di metà gennaio in cui mi sono stati svelati dai Pubblici Ministeri della Procura della Repubblica di Roma il tradimento, l'inganno e la prima parte delle appropriazioni indebite dell'allora tesoriere Luigi Lusi, ho avuto chiari tre compiti: non sottrarmi a nessuna responsabilità; contribuire ad accertare tutta la verità; difendere l'onorabilità della Margherita, un partito di persone perbene che hanno servito l'interesse pubblico con dedizione e non di rado con sacrificio. Un lavoro non certo solitario: da subito, sulla base della formale procura ricevuta dopo le dimissioni dell'ex-tesoriere, abbiamo assunto con Enzo Bianco e Gianpiero Bocci una responsabilità collegiale per la quale li ringrazio fraternamente, e che abbiamo cercato di condividere nelle forme possibili con i dirigenti della Margherita, a partire dai membri autorevoli del Gruppo di Lavoro nominato nell’ultima Assemblea.


So che molti non hanno potuto seguire tutti i passaggi della vicenda, e che tuttora anche alcuni tra voi hanno dubbi e lacune di informazione. Abbiamo perciò stampato le 11 più frequenti domande ricevute, e le risposte pubblicate da tempo sul sito www.margheritaonline.it: "Chi è stato il tesoriere Lusi, e perché era stato scelto? Come è possibile che nessuno si sia accorto di sottrazioni tanto gravi, e tanto vaste, nell'arco di diversi anni? Chi doveva controllare i bilanci del partito? In che modo si sono realizzate le indebite appropriazioni? Perché un partito politico che aveva interrotto l'attività continuava a incassare e spendere soldi? Cosa si è aspettato per convocare l'Assemblea Federale? Qual è stata la destinazione dei soldi spesi dalla Margherita in questi 10 anni? Se Lusi ha sottratto ben più di 20 milioni, dove sono finiti gli altri 180 milioni? Quanti soldi "avanzeranno" alla vita della Margherita, e cosa avete intenzione di farne? La Margherita sta collaborando con la Magistratura, oppure ha "subìto" l'attività degli inquirenti? E’ sicuro che il tesoriere abbia agito da solo; ci sono state complicità; non avrà avuto affidamenti politici - magari in cambio di risorse economiche - che gli hanno spianato la strada? Dopo questa vicenda, è credibile parlare di riforma o taglio dei finanziamenti pubblici alla politica?".


Rimando a questi brevi testi, senza tornare sui punti; siamo a disposizione per rispondere a ogni richiesta di chiarimento al termine del dibattito.

Oggi, noi forniamo all'Assemblea il quadro di informazioni più approfondite che, a mia memoria - ed ho una lunga esperienza di militante e dirigente di partiti politici - io abbia mai avuto modo di vedere: avete ricevuto il Consuntivo 2011 e la relazione sulla gestione (assieme alle relazioni dei Revisori e del Comitato di tesoreria e ai dati su ‘Europa’). Riceverete il Preventivo per l'anno in corso, mentre da stamattina potete consultare nella sala il documento di due diligence effettuata sull'amministrazione del partito; il rapporto di revisione KPMG sulle modalità degli illeciti trasferimenti di risorse alla Società TTT; infine, un vero e proprio "lenzuolo" contenente il prospetto analitico di tutte le spese effettuate dalla Margherita dal 2001 al 2011, divise non secondo le voci del modello dei bilanci di tutti i partiti, ma in base a circa 140 voci che aiutano a rispondere alla domanda più volte formulata: 'dove sono finiti tutti i soldi spesi in dieci anni dalla Margherita?' Spiegheranno i professionisti che l'hanno redatto, che si tratta di un esercizio contabilmente imperfetto, perché non è possibile riconciliare i criteri dei vecchi bilanci con l'accurata revisione compiuta su quelli dal 2007 ad oggi, che includono le rettifiche per le appropriazioni indebite e per le spese non giustificate. Mi pare comunque un contributo molto utile. Aggiungo una nota: non ho mai ricevuto informazione sui bilanci dei partiti fondatori della Margherita, incluso quello che ho contribuito a formare. Poiché si è discusso tanto sulle legittime spese politiche degli ultimi 4 anni della Margherita, è utile ricordare che esse sommano circa un quarto dei soldi complessivamente ricevuti da quei 4 partiti, utilizzati del tutto legittimamente fino ad oggi (ovvero, per alcuni di essi, oltre 10 anni dopo la cessazione dell’attività politica).


Torno ai nostri bilanci. Le spese non giustificate con adeguata documentazione negli ultimi 5 anni ammontano ad oltre 13 milioni di euro. Ne parleranno i nostri consulenti. In parte assai consistente, sono risorse già tracciate dalla Magistratura, che ha posto sotto sequestro beni acquistati con tale denaro, e contanti depositati in istituti di credito. Anche in questo caso, il lavoro dei nostri tecnici darà un contributo prezioso agli Inquirenti, che hanno incaricato la Banca d'Italia - e purtroppo il lavoro è talmente capillare e complesso da non essere stato ancora completato - di 'riconciliare' tutti gli assegni sospetti emessi con i loro destinatari. Solo nei prossimi mesi sarà possibile disporre di un risultato compiuto sulle destinazioni illecite. Ma è una verità cui, siamo certi, arriveremo.


Arrivarci subito, sarebbe semplice. Basterebbe che l'ex-tesoriere dicesse finalmente di quanti soldi si è impadronito, e dove li ha destinati. Ma, in questi mesi, non sono bastate le interviste, due lunghi interrogatori e altrettante audizioni nella Giunta del Senato. La verità è stata sempre nascosta. L'ex-tesoriere ha confessato lo scorso 17 gennaio di essersi impadronito per finalità personali di circa 12 milioni 900.000 euro. Sconvolti da questa notizia, noi non avevamo tuttavia escluso nelle settimane successive la possibilità che si pervenisse ad un patteggiamento con la completa restituzione del maltolto al partito. Ma ogni settimana ci ha riservato nuove, inquietanti sorprese: subito, la scoperta di un ulteriore ammanco diretto alla Società TTT; quindi, le dichiarazioni minacciose dell'ex-tesoriere sulla possibilità di "far saltare tutto il centrosinistra". Poi, la scoperta da parte della Guardia di Finanza di ulteriori, devastanti appropriazioni indebite (a portare il totale ben oltre i 20 milioni di €) e, in parallelo, il messaggio apparso su vari organi di informazione: "Tutti sapevano", ovvero, erano complici delle ruberie. Il tentativo di lasciar credere, dapprima, che le appropriazioni indebite fossero in qualche modo una "retribuzione" per le prestazioni del tesoriere. Poi, in un crescendo allucinante, che esse fossero merce di scambio per una ripartizione di risorse, per quanto legittime, tra le maggiori componenti del partito. Infine, sono spuntate le diffamazioni e le calunnie su, addirittura, erogazioni finanziarie dirette a leader del partito; sino, nientemeno, alla tesi secondo cui l'acquisto di ville, appartamenti, beni nascosti in Canada eccetera sarebbe avvenuto sulla base di un "mandato fiduciario", per cui i dirigenti del partito avrebbero autorizzato Lusi a intestare quei beni a sé e ai suoi familiari per conto della Margherita!


Questo crescendo allucinante e vorticoso ha trovato spazio, di volta in volta, in alcuni organi di informazione. La Magistratura, intanto, veniva definendo in modo stringente la descrizione di una vera e propria associazione per delinquere, con una successione circostanziata di atti emessi dai Pubblici Ministeri, convalidati dal Giudice delle Indagini Preliminari e, infine, dal Tribunale del Riesame. Il lavoro di tre Magistrati di vertice, l'azione capillare della Guardia di Finanza e della stessa Banca d'Italia, l’impegno dei nostri consulenti di primissimo ordine - qui, accomunandoli, li voglio ringraziare per una bravura, professionalità e dedizione che non hanno risparmiato serate, né giorni festivi - può permettere di arrivare all'intera verità. E noi non cerchiamo vendette: vogliamo verità e giustizia.


A tutti coloro, elettori, simpatizzanti, eletti della Margherita che si sono sentiti offesi da questa drammatica vicenda, io sento il dovere come Presidente di presentare le mie scuse: il tesoriere infedele ha danneggiato tremendamente non solo il nostro partito, ma la nostra democrazia. Dobbiamo una risposta a tre questioni: come abbiamo sbagliato nello scegliere la persona; dove abbiamo sbagliato nei controlli; se vi è un modo per rendere alla Margherita l’onore che merita.


L’errore sulla persona è evidente. Le vicende degli ultimi mesi illuminano ancor più la doppia personalità dell’uomo che si manifestava scrupoloso, intransigente; il boy scout, magistrato onorario, che minacciò più volte le dimissioni da tesoriere con l’argomento “non permetterò che il partito abbia mai un euro di debito”, e che anche dal PD ha avuto un totale affidamento politico. Oggi resta solo il suo secondo volto: dal rifiuto di ammettere tutti i misfatti e di restituire senza sotterfugi il maltolto, all’attività di allusiva aggressione e velenoso inquinamento – efficacemente analizzata negli atti della Magistratura – sino ad un cinico “muoia tutta la politica”, pur di tentare di salvare sé stesso. Oggi io comprendo la verità nascosta nelle tabelle che gli chiesi di redigere a fine 2007, per comprendere le esigenze di bilancio del partito fino al suo scioglimento, in cui compariva la previsione di un piccolo disavanzo a fine 2010: era per continuare ad accreditare la virtù della conquista dell’attivo di bilancio mentre si scavavano, con le false contabilità, le voragini dell’appropriazione indebita. Tutti comprendiamo, oggi, perché nessuno di noi è mai stato invitato nella sua lussuosa magione inaugurata negli ultimi mesi del 2011: avremmo capito una metamorfosi tanto accuratamente nascosta. Invece, ancora 6 mesi fa, se qualcuno mi avesse detto “Lusi è un ladro”, avrei reagito come ad una calunnia.


Qui viene il tema degli errori in vigilando. Intanto, ci sembra di aver capito da elementi emersi dall’indagine che Lusi avesse accumulato già circa due milioni di € ben prima della vicenda TTT, presumibilmente eludendo già controlli e controllori di allora. Controlli purtroppo deboli; quelli di legge, anche per gli altri partiti. Non lo erano meno quelli statutari, come messo in evidenza da KPMG e dalla due diligence: i sofisticati artifici - attuati, secondo la Magistratura, con il contributo di commercialisti, avvocati, familiari – non hanno trovato nelle nostre regole interne difese, né sensori adeguati. La gran parte della classe dirigente è stata troppo fiduciosa in una persona sola, cui la delega cresceva via via che eravamo impegnati ad agire oltre la Margherita.


C’è, però, un aspetto che possiamo e dobbiamo rivendicare. Da mesi, tutti i bilanci, tutta la contabilità, tutti i rapporti con fornitori e beneficiari di legittimi finanziamenti politici sono sotto la sistematica indagine della Magistratura e della Guardia di Finanza. Che non siano emersi episodi, neppure minimi od innocui, non solo di ruberia, ma di approfittamento personale da parte degli esponenti politici della Margherita significa una attestazione di onestà per ciascuna delle persone poste sotto osservazione che difficilmente molti altri partiti, in Italia, potranno superare.


Prima di concludere, mi consentirete una nota di informazione personale. Ho co-fondato questo partito, l’ho aiutato a raccogliere milioni di voti e, conseguentemente, decine di milioni di euro di rimborsi elettorali. Non ho mai ricevuto un euro di indennità, così come tutti i dirigenti del partito. Non ho mai messo in tasca un centesimo per mio tornaconto personale. Ho riletto alcune tabelle sull’autofinanziamento: a titolo di esempio, nel solo anno 2006, sono stati registrati contributi di persone fisiche e giuridiche che ho personalmente collaborato in modo determinante a raccogliere, per 1 milione 200mila euro; come le decine di cene e iniziative di tesseramento e di raccolta fondi cui ho partecipato, parte di un autofinanziamento pari a oltre 32 milioni. Anche quando ho indicato al tesoriere destinazioni a mio avviso meritorie di iniziativa politico-sociale (quali il Centro di Formazione Politica ideato da Cacciari, il ben noto Centro per un Futuro Sostenibile, l’Istituto per gli Studi del Movimento di Liberazione presieduto da Scalfaro), vi ho collaborato gratuitamente, o versando ulteriori contributi personali. In queste settimane, a tutte le domande che mi sono state rivolte ho risposto a viso aperto, in condizioni non sempre facili; alle diffamazioni, ho risposto e risponderò – come tutti noi – in sede giudiziaria. Lo reputo, senza arroganza, il dovere di un politico che ha costruito la sua vita pubblica a partire da integrità e onestà. Come sa chi conosce la mia famiglia e la mia casa.


La vicenda della Margherita-Democrazia è Libertà si concluderà in modo degno, al termine del dibattito odierno. Sarà, il nostro, il primo partito a destinare risorse imponenti allo Stato. Tutti gli avanzi di bilancio, detratte le somme per le obbligazioni residue e gli accantonamenti a tutela, e quelle per accompagnare all’autonoma navigazione il quotidiano “Europa”. Ma, grazie al lavoro della Magistratura e alla nostra collaborazione, anche tutti i soldi sottratti dall’ex-tesoriere torneranno allo Stato. I liquidatori del partito potranno ricevere un mandato gratificante: devolvere ordinatamente danaro e beni che potranno superare i 20 milioni di €.
Vi ringrazio.

Adesso, dedichiamoci all’ordine del giorno della nostra Assemblea.