I fatti sul caso Margherita-Lusi
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- Pubblicato Martedì, 31 Gennaio 2012 12:17
- La Margherita-DL è un partito che ha bilanci sani; tra i pochi ad aver concluso l'attività senza contrarre debiti ma, anzi, con un attivo di bilancio, anche dopo aver risolto ogni contenzioso con i 4 partiti fondatori.
- Nei 4 anni successivi alla nascita del Partito Democratico, restavano da sciogliere gli ultimi nodi. Il personale (circa 100 persone), le residue attività politiche e gestionali, la sede di v. S. Andrea delle Fratte, il rapporto con il quotidiano Europa.
- Il potere amministrativo, in base allo Statuto, era interamente nelle mani del Sen. Luigi Lusi: persona da tutti stimata, che aveva iniziato la propria attività, in quanto Direttore Generale degli Scout (AGESCI), apprezzato dal Sindaco Rutelli e quindi eletto due volte come amministratore del partito, sino alla fase - non breve, per motivi tecnico-amministrativi - di scioglimento del partito. Funzioni di indirizzo e controllo sulle politiche di bilancio erano svolte dal Comitato Federale di Tesoreria; il controllo dal Collegio dei revisori dei conti. L'approvazione dei bilanci preventivo e consuntivo, da parte del massimo organo collegiale, l'Assemblea Federale. (Da notare, rispetto ad alcune notizie di stampa, che in nessun modo il Presidente o gli altri dirigenti hanno mai esercitato responsabilità di gestione, né hanno mai emesso bonifici, assegni etc: l'unico atto compiuto da Rutelli sui 2 conti correnti della Margherita - presso agenzie BNL e Unicredit - è stata la loro formale apertura nell'estate del 2001, in quanto Presidente, in rappresentanza e a garanzia del Partito).
- Il 16 gennaio scorso, Francesco Rutelli è stato sentito dalla Procura della Repubblica di Roma (Procuratore aggiunto dr Caperna, PM dr Pesci) circa alcune operazioni finanziarie su cui si era appuntata l'attenzione di GdF e Banca d'Italia, giudicate anomale. Completamente all'oscuro di quei fatti, Rutelli ha chiesto al tesoriere Lusi di recarsi immediatamente a fornire ogni informazione agli inquirenti; cosa avvenuta, in presenza del suo avvocato difensore, già l'indomani mattina. In quella sede, Lusi risulta aver ammesso pienamente le proprie responsabilità nell'appropriazione indebita aggravata.
- L'indomani, 18 gennaio, Rutelli si è costituito come parte offesa, in proprio e come Presidente della Margherita, attraverso l'avv. Titta Madia, nel procedimento penale.
- Quindi, pur nel pieno rispetto del segreto istruttorio, Rutelli ed Enzo Bianco, Presidente dell'Assemblea Federale, hanno fornito sommarie informazioni sulla gravità della situazione agli ex dirigenti della Margherita facenti parte del Comitato nominato dall'ultima Assemblea Federale e chiamato proprio a proporre le destinazioni possibili dell'ultimo residuo di disponibilità finanziarie del partito.
- I tre dirigenti con un formale incarico ricevuto dal Congresso e dall'Assemblea federale (oltre a Rutelli e Bianco, l'on. Gianpiero Bocci, Presidente del Comitato di Tesoreria) hanno quindi rivolto a Lusi la formale richiesta di dimettersi, di delegare i propri poteri ai tre medesimi in forma congiunta, di mettersi a disposizione dei soggetti incaricati di verificare i bilanci del partito oltre che, attraverso gli avvocati, di confermare una completa cessazione da qualsiasi attività amministrativa. Lusi si è dimesso il 25 gennaio. Risulta abbia manifestato ai magistrati inquirenti la volontà di restituire immediatamente alla Margherita una parte importante delle somme di cui si è appropriato depositando una fideiussione.
- E' stata investita una primaria società di Revisione e consulenza finanziaria, la KPMG, di effettuare una due diligence sui bilanci, e di assistere i tre dirigenti negli adempimenti amministrativi sino alla convocazione di una Assemblea Federale che dovrà eleggere il nuovo Tesoriere ed approvare i bilanci.
- Le attività di verifica sono iniziate, negli uffici della Margherita, già nel pomeriggio di ieri. La divulgazione sulla stampa delle notizie sull'indagine non muta la strategia della Margherita, che sarà di esigere il pieno recupero, in sede penale e civile, delle somme sottratte.